il giorno
regala
condivisioni
nel colmarsi
di silenzi
germina
azioni
respiri
in colla
di vita
che nel velo
dell’esistere
riparano
emozioni
Opera di Enrico Castellani “Senza Titolo” 1963
𝗱𝗲𝘃𝗶𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗶 𝗱𝗲𝗹 𝘁𝗲𝗺𝗽𝗼
Greta Buysse è una fotografa belga. Nei suoi scatti predilige il bianco-nero quasi ad evidenziare, con il chiaro scuro creato, nuove plasticità che rievocano passati e ricordano le sculture del Canova o del grande Rodin.
La donna è il soggetto preferito, inserito in un contesto dove il tempo trasuda anima d’istanti e si percepisce nel contrasto tra gli interni e la bellezza dei corpi femminili ritratti. Queste immagini ammaliano e stupiscono. La compostezza e l’armonia fanno trasparire una bellezza ancora più definita pur risaltando tra oggetti vissuti, muri con crepe talvolta scrostati.
Questa foto mi ha ricordato Klimt, una sua rivisitazione di chiaro gusto Liberty. La donna distesa si abbandona alla natura, sembra tendere ad una fusione, adagiata al centro sopra la roccia pronta al sacrificio ma anche alla salvazione della stessa. L’acqua del lago ha una doppia valenza oltre a fecondare e donare la vita, rigenera in una dimensione catartica, purificatrice.
La divinità dell’acqua ed i suoi poteri taumaturgici e di purificazione erano esistenti nelle culture apotropaiche del bacino del mediterraneo.
In alcune donne fotografate dall’artista intravvedo l’elemento divino. Altre invece, trasudano l’essenza di Eros, quasi in un richiamo che sconvolge i sensi, si nutrono d’oscurità per donare nuove vite.
Lycia Mele
Madre Mediterranea 2001
Fissità
Rinchiudo la mente
Tra mura estranee
Sottraendomi al tempo
Reo di espropri
Solo il vento
Potrà suggellare
Istanti creativi
Tra salti di gabbiani
Nei nidi dipinti
Il nido opacizza
Dinanzi
Al brivido di vita
Aliena radice
Per esseri infermi
Le cui frane colorate
Sepolgono ossa
Carcasse di strutture
Resistite al tempo
Divoro sconvolta
Rifiutando il movimento
Assurgo la morte
A passaggio obbligato
Lycia Mele
© Riproduzione riservata
Il fare
incatena
la possibilità
di esserci
Divincolarsi
dal pensiero
che rende
instabile
l’istante
rende
muti
Carcerati
tra parole
dissonanti
Lycia Mele
© Riproduzione riservata
Le opere dell’artista svedese Hilma af Klint saranno esposte alla Biennale di Venezia 2013. Hilma è stata la madre dell’astrattismo “spirituale” dipingendo nelle sue tele l’energie invisibili presenti nel reale.
Influenzata dalle correnti esoteriche e filosofiche del periodo in cui visse, a cavallo tra 800 e 900, le rielaborò in una forma artistica originale. È risaputo come lei prima di morire dispose che le sue opere venissero esposte molti anni dopo la sua morte, consapevole che in quel preciso momento storico, in cui prevaleva il Naturalismo, non sarebbero state capite.
Caratteristica delle sue opere è una costante ricerca del divino con un’ascesi o cammino di purificazione che sovverte il reale per inseguire armonia – conoscenza.
La figura geometrica che prevale è il cerchio indice di perfezione. Pura conoscenza a cui si tende dopo irte salite di purificazione per acquisire consapevolezza dell’invisibile sé.
Il cerchio predispone una tesi, antitesi e sintesi. Tutto tende alla sintesi non prima di aver superato passi intermedi.
L’armonia presente sembra definire la sua parzialità, che è pur sempre armonia perché non può prescindere dalla sua assenza. Si evidenzia quasi una compenetrazione e si definiscono i loro significati riflettendosi l’un l’altra.
In questo quadro è ben evidenziata l’evoluzione al raggiungimento dell’armonia che potrebbe definirsi conoscenza, consapevolezza ma anche sospiro – felicità.
I colori caldi emanano energia che investe il nostro sguardo e pur essendo fisso nell’atto del contemplare percepisce il movimento. Tutto volge verso l’alto, verso il grande cerchio che contiene tutti i colori dell’evolversi quali esperienze che diventano significato.
La realizzazione del sé avviene per piccoli passi, solo noi possiamo esser gli autori e predisporre come definire il nostro cammino.
Forse non possiamo prescindere dalle “tesi” intermedie, necessarie per acquisire le giuste conoscenze?
Simile ad una struttura posta alla base del nostro vivere, ci fa sentire la vita e ne definisce il senso anche quando apparentemente sembra non esserci.
Lycia Mele
© Riproduzione riservata