Franco Donaggio è uno dei fotografi italiani professionisti e graphic designer più apprezzati. Tralascerò di parlare della sua biografia. Qui vorrei inseguire e raccontare solo le emozioni che dalle sue opere si librano nell’aria e avvolgono i nostri sensi. Come farfalle variopinte che volteggiano in armonia su un cielo impressionista.

Le sue foto tracciano profonde emozioni colme di significante estetico di rara bellezza. Ci si avvicina e talvolta si penetra il significato in un’armonia di forme da sospendere i nostri pensieri e rigenerarli “altri”. Si plasmano le vecchie sovrastrutture e si scava annullando i silenzi e privilegiando il decantare dell’anima avvolta nella contemplazione.

Le foto sulla silente laguna di Venezia, in cui la riflessa immobilità apparente trasmette un senso di quiete evidenziano quasi una necessità di ritrovarsi e fermarsi per sentire e dare valore al vero scorrer del tempo, evaso dalla scena. La Natura protagonista coinvolge con una tale forza emotiva da dimenticare il nostro esistere. Si recupera l’io più profondo, scevro da limiti, si assapora il momento per rigenerarsi nella consapevolezza di vivere quel preciso istante ritratto.

Sembra questa la strada che l’artista propone come ri-scoperta. Non lontano dai suggerimenti del filosofo Bertrand Russel, invita gli uomini ad inseguire e contemplare i ritmi della natura, senza corse affannate, ma privilegiando silenzio e tranquillità. È un ritrovare il proprio sé allontanando le inquietudini del presente.

In altre sue opere, nelle quali utilizza con maestria e delicatezza il foto ritocco, ritrae pavimenti irregolari di città dell’es dove avanzano sagome di uomini in miniatura. Quasi invisibili in un lento procedere. Percepiscono l'”infinitudine” del tempo ma il loro limite non permette di coglierlo nella totalità.

Soli, parti infinitesime di mondi quasi privi di confini. Esseri alla deriva che vagano inseguendo l’ignoto dei loro pensieri. Il movimento in potenza può dar sostanza all’azione. Si enfatizza e si scolpisce la superficie che sembra riflettere un oltre. In alcune foto vi è la presenza di un fascio di luce che avvolge l’uomo. Sembra propagarsi dal cielo. Il soprannaturale è presente, vigila ed interferisce sull’agire anche quando ovunque c’è vuoto e desolazione.

L’umanità è così subordinata ad un’azione estranea. Traspare un’intensa sofferenza interiore e struggimento malinconico. Non solo rappresentazioni del reale filtrate da occhi poetici ma vortici abissali in cui l’anima cade, volteggiando e sfiorando pareti alla ricerca di risposte-finestre sull’esistere. Il lirismo poetico che traspare dalle opere di Franco Donaggio conduce la mia mente a varie riflessioni. L’individualismo ha creato baratri umani impedendo la salvaguardia di una giusta e consapevole società civile. I diritti acquisiti quotidianamente vengono modificati disintegrando volontà di chi li aveva sostenuti e definiti. L’uomo ha perso i riferimenti, la strada dell’esistenza è sconnessa, con voragini improvvise. Tutto sembra avvolto da quel mistero e da quello straniamento radicato nell’arte e nella letteratura dei primi del 900 e che vede la pittura metafisica di Giorgio de Chirico e del fratello Alberto Savinio, portavoce di un profondo disagio dell’uomo. Ma nelle opere di Donaggio è presente l’essere umano. Anche se avanza in solitudine è il vero protagonista delle opere. Dovrà ritrovare la forza partendo dal proprio se e coinvolgendo i suoi simili verso obbiettivi comuni che vedono la salvaguardia delle tradizioni e dei valori del passato, il recupero dell’individuo come persona, il rispetto per la vita per una rinascita socio-globale in armonia con l’ambiente.
Lycia Mele
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Scatti meravigiosi che trasmettono grandi emozioni e grandi poesie,immagini pulite,essenzialita’ delle forme , l’uomo rappresentato come una piccolossima parte dell’universo ma pur sempre essenziale, indispensabile, una fotografia bianco/nero di altissimo livello prodotta da un grande artista contemporaneo delle arti figurative .
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