Gabi Minedi

Il linguaggio espressivo-simbolico dell’artista Gabi Minedi si sta imponendo sempre più non solo in Italia ma anche in ambiti internazionali. Nel 2014 l’artista esporrà le sue opere nella patria dei fiumi che parlano di colori: la  Cina. La città che ospiterà la mostra sarà Pechino.

Il suo linguaggio espressivo  appare con evidenti segni di rottura con le precedenti definizioni dell’arte contemporanea. Penso all’arte Concettuale qui superata con la predilezione di tecniche espressive che più si avvicinano alla Transavanguardia.

Si parte da un figurativo in cui la materia plasmata, offre nuove interpretazioni  di un reale ricostruito diverso, deformato, talvolta grottesco. Sono opere dal tratto deciso, netto non inducono a ripensamenti. Sembra  che vogliano graffiare, incidere la realtà per poterla modificare e forse comprenderla. Inseguono sogni e desideri di mutazioni dove le immagini scorrono riflesse o forse in parallelo, ma dove per l’evanescenza (riflesso) e la distanza (le rette parallele non hanno punti in comuni) non si riesce a vederle nel loro nitore. Solo con l’ironia o con il sogno sarà possibile penetrare il reale e raccogliere slanci vitali fautori di nuove conoscenze.

Un urlo d’inquietudine per il desiderio di modificare qualcosa che invece è statico, immobile, restìo al cambiamento.

Gabi Minedi Da Roma a Santa Fe 2013
Gabi Minedi
Da Roma a Santa Fe 2013

Le tele colpiscono per l’utilizzo di colori puri, intensi, violenti che fanno trasparire vitalità, aria di vita ma solo “in potenza”. Affiora anche un velo di malinconia, espressa  dalla “solitudine” della figura posta al centro della tela e nell’utilizzo di toni cromatici scuri.

La staticità della forma umana ci porta ad indagare sulle anime di questi personaggi deformi, ridicoli, inadatti alla realtà dell’apparenza. Da qui forse l’esigenza dell’artista di creare luoghi immaginari, quasi di rifugio in cui si contempla, si pensa, si crea.

Gabi Minedi Il Re di Latta e altre Storie 2013
Gabi Minedi
Il Re di Latta e altre Storie 2013

La sua arte potrebbe essere sociale e politica. Coinvolge e crea riscatto. Il limite viene superato. Ci si accetta per crescere, per ritrovarsi e ripartire con più slancio e dinamismo creativo. Le figure non sono esili, rinnegando i canoni estetici imposti dalla contemporaneità,  sembrano gradire  la loro diversità. Come ci ha insegnato Montaigne accettare i cambiamenti, se impossibilitati a modificarli, è sinonimo di saggezza perché stimolati a scrutare, a studiare per evolverci.

Gabi Minedi Amore bello 2010
Gabi Minedi
Amore bello 2010

Appare l’apoteosi della saturazione quasi a definire il profondo disagio interiore causato dall’attuale involuzione storico-sociale.

La semplicità delle figure potrebbe esser interpretata come un’avversione nei confronti dell’odierna cultura consumistica, dedita all’eccesso e tesa alla conquista di deserti dell’anima. Poiché dominano il centro della tela, in maniera ripetitiva, sembrano racchiudere il monito dell’artista su come sia necessario ritornare al valore e al ruolo della persona, dell’io pensante, creativo bandendo la pura materialità che distrae sentimenti e inibisce il vivere. Inoltre se si desidera donare un  volto ai sogni bisogna guardare con occhi vivi, creativi e non semplicemente vedere.

Gabi Minedi Alternative 2011
Gabi Minedi
Alternative 2011

Pur non essendoci dinamismo, le tele invocano movimento, evoluzione alla ricerca di trasformazioni che aiuteranno l’essere a superare la malinconia esistenziale con cui l’uomo convive fin dalla sua origine. Gabi Minedi ci insegna a “rifletterci” verso il nostro sé, ricercando quella armonia che alimenterà il nostro vivere pur accettando la diversità.

Gabi Minedi Minedi in Wonderland 2013
Gabi Minedi
Minedi in Wonderland 2013

Supportati da forte razionalità li vedo come quadri-gnoseologici e da fruitrice dell’opera contemplo il luogo senza tempo inseguendo verità e, al pari del lettore di Proust nella Ricerca del tempo perduto, “per leggere in me stessa” e quindi ritrovarmi e ri-conoscermi.

In alcuni personaggi l’artista sembra evocare  il mondo fantastico di “Alice nel paese delle meraviglie”. Come il coniglio rappresentato che ricorda il Coniglio Bianco. Questo passaggio dalla realtà alla fantasia può esser visto come un viaggio iniziatico per acquisire conoscenze. Alice a seconda delle circostanze cresceva o rimpiccioliva.

Gabi Minedi  Clandestine 2013
Gabi Minedi
Clandestine 2013

Quindi ci si può evolvere ma si può anche regredire. Forse si allude a trasformazioni ed evoluzioni in cui la persona cresce nella consapevolezza del divenire che è acquisizione di conoscenza  ma  dove tutto può essere tutto e/o il contrario di tutto.

Alice/Gabi si addentra alla scoperta del mondo in cui  viene a definirsi l’io pensante che interagisce con un reale denso di significati che si presentano e permettono la formazione del proprio modus pensandi et vivendi.

Gabi Minedi Hide's bag 2009
Gabi Minedi
Hide’s bag 2009

Ma lo spazio in cui il pensiero è libero di vagare è il luogo della felicità e dell’armonia non solo di verità. Ognuno di noi lo  possiede, deve solo affrontare il viaggio della conoscenza per ritrovarlo.

Lycia Mele
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