Maria Teresa Accomando

La luce mi sospinge ma il colore
m’attenua, predicando l’impotenza
del corpo, bello, ma ancora troppo terrestre.

Ed è per il colore cui mi dono
s’io mi ricordo a tratti del mio aspetto
e quindi del mio limite.
Alda Merini

I versi di Alda Merini racchiudono l’universo pittorico di Maria Teresa Accomando. Una pittrice che conosciuta casualmente in un social, si è rivelata una preziosa scoperta. Di origini emiliane, colpisce per quella semplicità legata a  valori autentici che hanno permesso l’evoluzione dell’uomo. Ma che oggi sembrano scomparire.

Maria Teresa Accomando

Iris per sempre, 2018

Maria Teresa è una donna dinamica e concreta con la grande passione di dipingere che talvolta le ruba volontà e annulla lo scorrere del tempo. Ma l’estro creativo a cui è soggetta e coinvolge tutto il suo essere, supera il limite della finitezza umana. Si dona con dipinti “vissuti”. Istanti sospesi. Ricami d’anima.

Le sue opere appaiono come “poesie scritte col colore”, come direbbe Argan, dove la materia utilizzata non è il linguaggio ma il colore “duttile, sensibile, variabile“. La pittrice gli infonde la sua sensibilità che con innato senso estetico, svuota di tecnicismi. Crea emozioni. Esegue delicati ritagli dal tempo. E come la poetessa Alda Merini si dona al colore per emozionare, Maria Teresa Accomando insuffla la propria anima poetica alla vita “sussultoria” e vibrante del colore.

María Teresa Accomando #1 María Teresa Accomando
#1

Le protagoniste delle sue tele sono donne. Estensioni dell’io? Non solo. Raffigurate al centro della tela esprimono silenzi che traducono la tensione della coscienza verso un’agire. Quasi il divenire di consapevolezza che dopo sofferenza, subordinazione, fragilità determina e definisce la coscienza femminile. Identità.

Maria Teresa Accomando #2 Maria Teresa Accomando
#2

Nelle donne ritratte: madri, mogli, sorelle, figlie e nonne appare un certo dinamismo psicologico reso da un proprio linguaggio espressivo che cesella stati d’animo “in fieri“. Piccole pennellate che si rincorrono. Colori puri giocano, si miscelano, si frantumano. Creano energia, dinamicità.

Maria Teresa Accomando #3 Maria Teresa Accomando
#3

Inconsapevolmente Maria Teresa ricerca nuovi significanti per superare una contemporaneità ove ogni cosa è stata definita, creata. Ogni spazio colmato con una pluralità di contenuti che hanno snaturato l’essere. Dove solo l’immaginario può supportare il reale e annientare quel limite del tutto che disorienta e arreca inquietudine, smarrimento e dilania l’essere per il prevalere di un senso d’impotenza.

Maria Teresa Accomando #4 Maria Teresa Accomando
#4

Attraverso gli occhi si accede al suo mondo interiore. Occhi che non si limitano a ricevere ma riflettono la carica emotiva o πάθος ritratto, divenendo depositari della sua anima.

Goethe nella sua opera Teoria dei Colori sosteneva che l’occhio fosse predisposto affinché la “luce” interna muovesse verso quella esterna. Maria Teresa non dipinge solo ciò che “vede” ma, come avrebbe detto Goethe, aggiunge le proprie impressioni, ombre e luci che s’inseguono sulle tele, per creare giochi di contrasto. Avvolgere sensi. Lasciare decantare emozioni. Nell’anima.

Ora appaiono segni di forze antiche. Lotte tra il voler essere e l’apparire che condizionano esistenze e amplificano ansie e inquietudini. O forse dietro le pennellate quasi nevrotiche, stratificate, scrostate, vissute con visibili graffi sulla tela, vi è un semplice bisogno, legato alla speranza: la necessità di trattenere desideri. Richiamare sogni. E colorare un esistenza che si ripete identica. Tra grigie quotidianità.

Maria Teresa Accomando #5 Maria Teresa Accomando
#5

Si avverte la meticolosità, la precisione, quasi un’ossessione per esprimere questa lotta tra l’esser e il voler essere che l’artista quasi timorosa mi svela: “Aspiro ad essere un’artista. E’ un sogno ricorrente. Spero si realizzi”. Sento la sua forte carica emotiva che come un vento primaverile apre un varco per far defluire i torpori invernali. Come un fiore schiude il senso del suo esistere, dove vivere è dipingere.

Compagni del suo vivere sono “strumenti di fortuna” quali utensili vari, legnetti. Raro l’utilizzo dei pennelli. Mentre le mani hanno un ruolo decisivo nelle sfumature e nei giochi chiaroscurali. Le mani delineano il coraggio, l’ardore, la passione per l’arte. Sono la manifestazione esplicita dell’io – artista dopo un lungo travaglio per acquisire competenza e tecnica pittorica.
Una pittura che è Vita consapevole nell’acquisire coscienza e identità propria e del mondo “ridondante”.

Ora so ciò che ha inizio e ciò che ha fine, /ora so tutto il segreto sordomuto /che si chiama, nella povera lingua /sgrammaticata degli umani – Vita.

A.Merini

Alcuni volti disvelano una sofferenza a cui si lega un percorso di vita o la consapevolezza della presenza dell’altro da sé a cui si vorrebbe tendere. Ma la trama del vivere con le implicazioni sociali, familiari e lavorative trattiene inibendo volontà.
Altre tele raffigurano donne disinibite che mostrano il loro corpo con fierezza e consapevolezza. Una prima analisi sembra enfatizzare la necessità di affermarsi lontano da pregiudizi, condizionamenti o stereotipi. Libere e padrone del proprio sé.

Maria Teresa Accomando #6 Maria Teresa Accomando
#6

In #6 la figura viene definita dai colori che evocano la terra. La propria terra. Maria Teresa li stende e gioca con il chiaroscuro. Appaiono ombre che segnano una figura denutrita. La sofferenza espressa invade i nostri sensi. È una donna che lotta per sopravvivere dove i colori scuri esprimono la sofferenza di un mondo che ha smarrito il senso dell’esistere, ormai alla deriva. Privo di riferimenti e valori.

L’ultima opera qui riprodotta #7 raffigura una donna serena. Nuda, vestita di sorrisi. Il sorriso le illumina il volto. Rappresenta la filosofia di vita di Maria Teresa in cui si riflette quello che dovrebbe essere l’atteggiamento dell’uomo contemporaneo verso la vita: di semplicità, curiosità, sfida, tensione al mutamento visto come crescita interiore e che Etty Hillesum esprime con semplicità e intensità nei suoi Diari:
“Sono felice che ci venga concesso di capire sempre di più, e di approfondire, di giorno in giorno, la conoscenza della vita. Ne sono tanto grata. E devo diventare ancora più paziente. I sentimenti sono più profondi e grandi delle possibilità espressive. Non so ancora in quale ambito cercare i miei strumenti. Aspettare e ascoltare ed essere paziente; fare le cose di ogni giorno; diventare sempre più me stessa e al tempo stesso un anello nel tutto: e nessuna consumata imitazione, né un vivere, nemmeno per un minuto, in modo inconsulto”

E Maria Teresa Accomando si  appropria delle parole di Etty. Tesa a divenir “sempre più se stessa ” alla ricerca di un’identità artistica tra mutamenti di colore e nuove forme finalizzate a ricreare emozioni universali. Eterne.

Io sono certa che nulla più soffocherà la mia rima
Il silenzio l’ho tenuto chiuso per anni nella gola
come una trappola da sacrificio,
è quindi venuto il momento di cantare.

Cvetaeva

Maria Teresa Accomando #7 Maria Teresa Accomando
#7

Mostre collettive
2012
Premio Ponzano – Treviso
2013
JESOLOARTE: Un omaggio a Paolo Baratella
curatore Maurizio Pradella dell’Associazione Culturale Arteficio
2015
Londra
Trispace Gallery N001 – Profiles of Art EXHIBITION
curatrice Silvia Arfelli

Lycia Mele Ligios
© Riproduzione riservata